Gestalt

La Psicoterapia della Gestalt ha come paradigma di riferimento l’approccio fenomenologico esistenziale. Il terapeuta accompagna la persona alla ricerca del senso della propria esistenza, non tanto verso la comprensione di significati, ma verso lo sviluppo del proprio potenziale, unico ed inimitabile.

Lo sguardo è volto alla persona nel suo contesto e alla relazione con se stessa e con gli altri. Nella logica fenomenologico esistenziale si abbandona l’idea di un soggetto conoscente (terapeuta) – oggetto conosciuto (paziente), per muoversi verso una relazione soggetto-soggetto in cui la conoscenza è necessariamente intersoggettiva e priva di interpretazioni.

Cardine della terapia è accompagnare la persona verso l’assunzione della responsabilità della propria esistenza, nel qui ed ora.

La teoria paradossale del cambiamento in Gestalt indica proprio che il cambiamento stesso ha inizio nel momento in cui la persona si accetta per quella che è, riconoscendo ed accogliendo le proprie emozioni ed i propri bisogni. Terapeuta e cliente si muovono verso un contatto pieno ed autentico con se stessi ed il mondo.

Cosa senti?” e “cosa vuoi da te?” sono domande ricorrenti in seduta: lo scopo è accorgersi delle proprie emozioni, ovvero le fondamenta su cui strutturare, seguendo il ciclo del contatto, il proprio edificio composto da pensieri (cosa penso e voglio in relazione a ciò che sento), azioni (cosa scelgo di fare in relazione a quello che voglio) ed infine quello che sento dopo aver fatto ciò che ho scelto. Ogni scelta ha con sé l’assunzione della responsabilità delle sue conseguenze, quindi implica una buona dose di coraggio.

Scegliere consapevolmente, ad esempio, come gestire in modo soddisfacente le proprie emozioni porta anche a lavorare sul proprio carattere: i comportamenti che sono più spontanei sono in realtà automatismi che portano sofferenza in alcune situazioni e sono controproducenti per la persona. Il cammino terapeutico si muove dai binari prestabiliti della propria tipologia caratteriale verso un ventaglio più ampio di possibilità comportamentali, frutto di scelte consapevoli.

La persona è vista come un pantheon di istanze interne: il lavoro sulle polarità mira a riportare flusso dove vi è blocco, dando voce a bisogni, emozioni e pensieri nascosti o scomodi per trovare sintesi comportamentali di senso per l’individuo.

In seduta il terapeuta integra vari strumenti secondo la sua creatività, per proporre delle esperienze trasformative, come il dialogo delle polarità interne, l’uso delle metafore, del teatro, del disegno o della pittura, di visualizzazioni guidate e meditazioni, pratiche di consapevolezza corporea, di attenzione al respiro e movimento nello spazio.

Infatti, l’apprendimento, dice Perls, è “scoprire che qualcosa è possibile“, scoprire cioè mezzi e modi per sviluppare il proprio potenziale e appianare le proprie difficoltà.